Storia di un'idea


Il finanziamento di Wulfach procede a gonfie vele e, in accordo con Iacopo, abbiamo pensato di iniziare a parlare un po’ del progetto: com’è nato, com’è cambiato nel corso del tempo e, soprattutto, come vogliamo portarlo alla sua conclusione.

Prima, però, mi presento. Sono Antonio Amato, probabilmente mi conoscerete come membro di Mammut RPG e ideatore di giochi. Nel lontano aprile 2019 Iacopo mi contattò poiché intendeva coinvolgermi nella finalizzazione de Il rosso e il nero, un gioco che aveva nel cassetto da un po’. Decidemmo quindi che avrei collaborato al gioco per quanto riguardava grafica, impaginazione, editing e revisione del manuale.

Questo diario di sviluppo è dedicato espressamente alla storia dell’idea alla base della grafica di Wulfach. Proposi subito a Iacopo – che stava mettendo su la propria pagina itch.io – una prima bozza per la copertina da utilizzare per il progetto. L’obiettivo era proprio quello di giocare con i colori rosso e nero, fin dal titolo.

Questa, invece, fu la prima prova di impaginazione per il testo di colore da inserire all’inizio del manuale de Il rosso e il nero. Si trattava di una bozza piuttosto grezza: non ero certo dei caratteri tipografici, né dell’aspetto generale; volevo solo che la pagina fosse spaziosa.

«Un attimo», mi direte «parli di Wulfach o de Il rosso e il nero?» La risposta è semplice: il titolo di lavorazione non era efficace e lo stesso Iacopo se ne rendeva conto. Nel migliore dei casi (e ci cascai anche io) le persone lo avrebbero collegato all’omonimo romanzo di Stendhal. Nel peggiore, non avrebbero afferrato i temi del gioco. Col senno di poi (probabilmente ve ne accorgerete leggendo il manuale) il titolo provvisorio ha perfettamente senso, ma ci serviva qualcosa in più.

Iniziammo quindi a cercare il nome di un ipotetico villaggio mitteleuropeo, giocando con il prefisso e legandolo a doppio filo alla parola wolf (lupo). Iniziammo a pensare a una parola composita formata da quel prefisso e la prima parte della parola achtung (pericolo). Da lì a Wulfach il passo fu davvero breve. Avevamo un nome efficace e decidemmo di mantenere comunque Il rosso e il nero come sottotitolo.

La prima bozza della copertina usava quindi il nuovo nome in rosso con caratteri gotici, mentre sullo sfondo si intravedeva una scena di impiccagione. Qualcosa non mi convinceva fino in fondo, però. Mi piaceva l’atmosfera cupa, ma mancava ancora qualcosa.

Di pari passo con l’ideazione del nome definitivo e della copertina, io continuavo con le prove di impaginazione per il testo di colore. Fu così che mi imbattei in una illustrazione (di pubblico dominio) che mi sembrava rievocare le atmosfere del gioco. Non persi tempo e provai a trovare una quadra su quella impaginazione, dividendo il testo di colore in tre box e “spalmando” il tutto su due pagine.

Proposi a Iacopo di utilizzare, all’interno del manuale, le note a margine, sfruttandole come titoli per le varie sezioni del testo (in rosso) e come approfondimenti, esempi, o promemoria per le regole (in nero).

Ecco, l’idea iniziava a prendere forma. L’illustrazione trovata per il testo di colore era perfetta, ma come fare a procurarmene altre, simili per forma e contenuto? La via più scontata, spesso, è anche quella più facile. Cercai l’autore e scoprii trattarsi di Eugène Isabey. Il catalogo digitale del Metropolitan Museum of Art di New York contiene diverse sue opere, tra cui questo meraviglioso dipinto:

Decisi di semplificare ulteriormente la grafica e l’impaginazione, scegliendo un altro carattere tipografico e mantenendo però la copertina cupa e “violenta”, virando il dipinto su toni decisamente più rossi.

Nel prossimo diario di sviluppo approfondirò il lavoro fatto sulla pagina per quanto riguarda gli spazi, le note a margine, la numerazione e le indicazioni sui capitoli.

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Comments

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Per essere una bozza trasuda professionalità e tanto studio, complimenti!

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Ti ringrazio, mi fa piacere che il lavoro venga apprezzato!

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Si vede che c’è un sacco di lavoro sia nell’ideazione sia nell’esecuzione di questa veste grafica. Tra l’altro, la scelta di tenere le immagine in toni rossi, con scuri molto presenti a causa del contrasto, alla fine, è stata vincente e, secondo me, è un vero tocco di classe. Bravi!

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Ecco, mi hai fatto pensare al fatto che devo uniformare le tonalità delle illustrazioni interne. :O

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Tra l’altro sappi che, tecnicamente, non ho idea di come si faccia.